La Nazione Firenzedi Vincenzo Di Nardo

Il grande piano di investimenti che il sindaco Nardella ha annunciato in questi giorni è una buona notizia per Firenze e non solo. Si tratta di un progetto giustamente ambizioso che punta a rendere una delle principali città d’arte italiane più competitiva e attrattiva, attraverso interventi che mirano a riqualificare importanti luoghi storici della città e a migliorare infrastrutture indispensabili per la viabilità urbana.

In questo importante contesto, le imprese sono chiamate a fare la propria parte per cercare di rivitalizzare un tessuto imprenditoriale messo in grave difficoltà dalla crisi che ha devastato l’edilizia in questi anni, ma anche dalla cronica diffidenza da parte delle aziende del settore ad adeguarsi a modelli organizzativi più efficienti, indispensabili per sopravvivere in un mercato del costruire caratterizzato da una maggiore attenzione alla qualità dei prodotti, intesa anche come efficienza energetica, bellezza architettonica, sostenibilità ambientale.

Saranno vincenti solo le imprese che sapranno aprirsi alle opportunità che il nuovo mercato offre, puntando su ricerca, innovazione e internazionalizzazione. Tuttavia, per imprese di piccole e medie dimensioni, con risorse limitate, riuscire a investire in questo tipo di progetti può risultare troppo difficile e oneroso.
Non si dimentichi che il settore delle costruzioni si caratterizza per una elevata frammentazione e per una generalizzata ritrosia a superare le logiche di gestione familiare.

I dati della struttura e la dimensione delle imprese di costruzioni in Italia sono significativi: il 61,2% delle imprese di costruzioni ha un solo addetto, il 35,1% da 2 a 9 addetti e, complessivamente, quelle con meno di 10 addetti rappresentano oltre il 96% del totale. Un vero nanismo che in un mercato così competitivo rischia di diventare per molte realtà un handicap insormontabile. Appare dunque strategico favorire e implementare il sistema delle alleanze finalizzate a rendere stabile la collaborazione fra imprese.

Le reti d’impresa e i consorzi possono rappresentare gli strumenti adeguati per intraprendere forme di collaborazione continuativa, consentendo alle aziende di mantenere la propria indipendenza e autonomia e lasciando loro il tempo di valutare l’opportunità di dare vita a nuovi soggetti imprenditoriali, attraverso vere e proprie fusioni societarie.
Dobbiamo capire, noi imprenditori, che senza aggregazione non possiamo sopravvivere. Esistono operazioni, infatti, sia nel mercati privato che in quello pubblico, che necessitano di competenze diverse, difficilmente riscontrabili in un unico soggetto. È vitale, quindi, che le imprese superino le resistenze ad aggregarsi, perché aggregarsi significa accrescere le rispettive potenzialità in termini di capacità innovativa e competitività sul mercato.

Dal canto loro, è bene che le amministrazioni agevolino la partecipazione alle gare d’appalto anche alle imprese di minore dimensione. Attenzione che va posta nello strutturare i bandi di gara, evitando fenomeni di gigantismo degli appalti così come indicato espressamente anche dalla normativa europea in materia. Con uno sforzo comune tra imprese e amministrazione è possibile tornare a far risplendere Firenze di luce propria.

Fonte: La Nazione, 4 luglio 2017