Piano di investimenti ANASIl Piano di investimenti ANAS, allegato al Contratto di Programma 2016-2020 approvato dal CIPE l’8 agosto scorso, prevede per i prossimi cinque anni investimenti per 29,5 miliardi di euro, di cui 6,1 miliardi per lavori già in corso o in fase di avvio e 23,4 miliardi per lavori di nuova appaltabilità, cioè ancora da mettere in gara.
Il Piano, che attiva interventi su oltre il 60% della rete in gestione, è stato illustrato nei giorni scorsi dal presidente ANAS Vittorio Armani, alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio e del Direttore Politiche Industriali di Confindustria Andrea Bianchi.

Nel testo si tiene conto delle novità contenute nel Contratto di Programma 2016-2020, tra cui – in ambito della autonomia finanziaria – il passaggio graduale dalla logica del contributo a quella del corrispettivo, che avvia il processo di uscita dal consolidato pubblico in vista dell’integrazione con il Gruppo Ferrovie dello Stato.

«Il Contratto di Programma – ha detto Armani – ci permette di rilanciare gli investimenti sulla base di elementi del tutto innovativi. Abbiamo un orizzonte temporale ampio tale da consentire una programmazione più efficiente, con criteri di selezione degli interventi basati su una congrua analisi costi-benefici. In questo nuovo scenario, che comprende anche l’autonomia finanziaria, ANAS assume tutti i rischi industriali in termini di qualità e di realizzazione delle opere nel rispetto sia dei tempi che dei costi».

GLI INVESTIMENTI
Il respiro pluriennale del Piano di investimenti ANAS determina una pianificazione degli investimenti più efficiente e produttiva rispetto al passato. Gli interventi previsti nell’arco dei 5 anni, ammontano come detto a 29,5 miliardi di euro, di cui 23,4 di nuova appaltabilità coperti per circa 21,4 miliardi e 6,1 miliardi per lavori in fase di attivazione e in corso di esecuzione.
Si tratta di una significativa iniezione di risorse e di un preciso indirizzo sull’importanza della valorizzazione delle strade, tenuto conto che nel precedente Piano da 20,2 miliardi di euro, la copertura finanziaria ammontava a 4,6 miliardi.

Il piano investimenti da 23,4 miliardi è così ripartito:

  • 8,4 miliardi di euro per completamento di itinerari;
  • 10,5 miliardi per lavori di manutenzione straordinaria adeguamento e messa in sicurezza;
  • 3,9 miliardi per nuove opere;
  • 0,6 miliardi per interventi di ripristino della viabilità statale e locale danneggiata dal sisma del 2016 e altri investimenti.

Il 56% degli investimenti previsti nel Piano interesserà le regioni del Sud Italia e le isole per un totale di circa 13,0 miliardi, il 24% riguarderà il Centro Italia per un totale di circa 5,7 miliardi, il 19% sarà destinato al Nord per un totale di circa 4,4 miliardi e l’1% (oltre 330 milioni di euro) sarà destinato alla copertura di investimenti in tecnologia e altri interventi non allocabili territorialmente a priori quali danni ed emergenze.
Gli interventi riguarderanno oltre 16 mila chilometri, pari a oltre il 60% della rete ANAS. Di questi, circa 15 mila saranno interessati da lavori di manutenzione straordinaria, 624 da completamento di itinerari, 592 da adeguamento e messa in sicurezza e 272 da realizzazione di nuove opere.

LE PRIORITÀ DI INTERVENTO
Sul fronte nuove opere le priorità di intervento sono state individuate sulla base di criteri come:

  • la redditività trasportistica dell’infrastruttura, calcolata sul risparmio in termini di incidentalità, di tempi di percorrenza e di costi connessi alla realizzazione dell’opera;
  • la rilevanza nell’ambito del completamento degli itinerari stradali;
  • i benefici sul fronte del collegamento intermodale con altri nodi trasportistici come porti, aeroporti e ferrovie.

Per quanto riguarda la manutenzione straordinaria, la programmazione su scala pluriennale avviene tenendo conto dei fabbisogni della rete, dell’analisi del traffico, dell’incidentalità e del rapporto costi-benefici.
Il Piano interviene su tratte con volumi di traffico medio giornaliero superiori di oltre il 50% rispetto alla media nazionale e dove si concentra l’80% di incidenti. Questo consentirà significativi miglioramenti sulla sicurezza della circolazione e sui tempi di spostamento. Si calcola infatti che, grazie alla nuova pianificazione degli interventi, il risparmio in termini di tempi di percorrenza possa essere quantificabile in oltre 15 miliardi di euro per l’intera vita utile dell’infrastruttura.