Periferie, finanziamenti Cassa Depositi e PrestitiiCassa Depositi e Prestiti in aiuto di Comuni e Città metropolitane alle prese con un progetto di riqualificazione delle periferie. La società del Ministero dell’Economia lancia una linea di prestito per i 120 enti locali finanziati dal piano del Governo per il recupero delle aree degradate. In ballo ci sono investimenti per 2,1 miliardi che potrebbero arrivare fino a 3,8 miliardi, sommando ai progetti dei Comuni anche le opere, rientranti nello stesso ambito, finanziate da altri soggetti pubblici o da privati.

La linea di prestito varata dalla Cassa serve a mettere i Comuni e le città metropolitane immediatamente nelle condizioni di poter bandire le gare per realizzare i progetti. Colmando così l’eventuale gap temporale determinato dall’attesa dei fondi statali che comunque arriveranno a coprire tutti e 120 i progetti ammessi al finanziamento. Attivando il prestito, insomma, i Comuni potranno essere certi di avere a disposizione tutti i fondi necessari per avviare la riqualificazione delle proprie periferie, usando poi i fondi statali – quando arriverà anche la cassa garantita dal Governo – per estinguere il debito contratto con la Cassa Depositi e Prestiti.

I fondi del Governo sono già stati tutti stanziati. Ma a tranche successive. Si trovano sicuramente più avanti i primi 24 enti in graduatoria, finanziati con la prima quota di stanziamento e con protocolli firmati lo scorso marzo. Potrebbero essere proprio questi, dunque, i primi enti a bussare alle porte di Cdp.
Per ottenere i prestiti, infatti, Comuni e città metropolitane dovranno esibire la convenzione firmata, oltre a essere in possesso di un progetto arrivato almeno allo stadio definitivo. Per il resto le modalità scelte dalla Cassa per i finanziamenti garantiscono molta flessibilità con piani di rimborso previsti a cinque, dieci, quindici e venti anni.

Il piano è già operativo. Per richiedere il prestito, gli enti dovranno semplicemente collegarsi all portale Cdp e compilare i moduli messi a disposizione dalla società.

Fonte: Mauro Salerno per Edilizia e Territorio