consorziogst_studi_di_settoreGli Studi di Settore potrebbero avere le ore contate. Dal 2017, salvo contrordini, saranno infatti sostituiti dai nuovi indici di affidabilità e compliance, pensati per consentire ai contribuenti di godere di alcune “premialità” fiscali.
Questo il quadro prospettato da due emendamenti gemelli, perché identici nella formulazione, al disegno di legge di conversione del D.L. 193/2016 – il cosiddetto Decreto Fiscale – attualmente attualmente all’esame della Camera dei Deputati. Tali indici saranno individuati con Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze e manderanno di fatto in pensione gli Studi di Settore, venendo meno la disposizione istitutiva degli stessi e, cioè, l’art.62-bis del DL 331/1993 convertito con modificazioni dalla legge 427/1993.

Eliminato lo strumento di accertamento presuntivo, il MEF punta su un indicatore – l’indice di compliance – concepito per misurare su una scala da 1 a 10 il grado di affidabilità di ogni contribuente e sintetizzare, essendone a sua volta influenzato, il valore dei seguenti indicatori:

  • valore aggiunto per addetto;
  • reddito per addetto;
  • ricavi per addetto;
  • costi residuali di gestione sui ricavi;
  • durata delle scorte;
  • costo del venduto per addetto;
  • valore dei beni strumentali per addetto.

Anche il nuovo indice di affidabilità/compliance, così come avviene per gli Studi di Settore, sarà articolato e differenziato in funzione dello specifico settore produttivo in cui opera il contribuente e terrà conto delle peculiarità di svolgimento dell’attività produttiva anche in senso territoriale.
Il nuovo strumento sarà introdotto in modo graduale, attraverso una fase di sperimentazione che coinvolgerà dapprima alcune professioni e piccole categorie produttive per arrivare in futuro a interessare tutti i settori economici, incluso quello delle costruzioni.

In allegato, il testo dell’emendamento 7.01 al disegno di legge di conversione del D.L. 193/2016